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IDOMENEO (character) - Idomeneo - Mozart

by ReadOpera

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1.
ATTO I, SCENA 9 RECITATIVO Oh voi, di Marte, e di Nettuno all'ire, alle vittorie, ai stenti fidi seguaci miei, lasciatemi per poco qui solo respirar, e al ciel natio confidar il passato affanno mio. Tranquillo è il mar, aura soave spira di dolce calma, e le cerulee sponde il biondo Dio indora, ovunque io miro, tutto di pace in seri riposa, e gode. Io sol, io sol su queste aride spiagge d'affanno, e da disagio estenuato quella calma, oh Nettuno, in me non provo, che al tuo regno impetrai. Oh voto insano, atroce! giuramento crudel! ah qual de' Numi mi serba ancora in vita, oh qual di voi mi porge almen aita? ARIA Vedrommi intorno L'ombra dolente, Che notte, e giorno: Sono innocente M'accennerà. Nel seri trafitto, nel corpo esangue il mio delitto, lo sparso sangue m'additerà. Qual spavento, qual dolore! Di tormento questo core quante volte morirà! RECITATIVO Cieli! che veggo? Ecco, la sventurata vittima, ahimè! s'appressa... e queste mani le ministre saran?... mani escerande, barbari, ingiusti, Numi! are nefande!
2.
ATTO I, SCENA 10 Più il guardo, più mi strugge il dolor. De' giorni miei il resto a te dovrò. Tu quale avrai premio da me? Qual voce, qual pietà il mio sen trafigge! Misero tu? che dici? ti son conte le tue sventure appien? Uom più di questo deplorabil non v'è, non v'è chi plachi il fato suo austero. Ma d'onde nasce Questa, che per lui nutri Tenerezza d'amor? Oh Dio! Parla: di chi è egli padre? Spietatissimi Dei! Ah figlio! Non mi seguir, te 'l vieto: Meglio per te saria il non avermi Veduto or qui. Paventa il rivedermi.
3.
ATTO II, SCENA 1 RECITATIVO Gonfio di tante imprese al varco al fin m'attese il fier Nettuno … Sì, che m'estorse in voto umana vittima. Del primo, che sulla spiaggia incauto a me s'appressi. Inorridisci: il mio figlio... Dammi Arbace il consiglio, salvami per pietà, salvami il figlio. Ben dici, è vero... Ilia s'apressa, ahimè! Resta un poco pensoso e poi decide in Argo ci vada, e sul paterno soglio rimetta Elettra... or vanne a lei, e al figlio, fa che sian pronti; il tutto sollecito disponi. Custodisci l'arcano. A te mi fido, a te dovranno, oh caro, oh fido Arbace, la vita il figlio, e il genitor la pace.
4.
ATTO II, SCENA 2 RECITATVO Principessa gentil, il bel sereno anche alle tue pupille omai ritorni. il lungo duol dilegua. Di me, de' miei tesori ilia, disponi, e mia cura sarà dartene chiare prove dell'amicizia mia.
5.
ATTO II - SCENA 3 RECITATIVO Qual mi conturba i sensi equivoca favella? Ne’ suoi casi, qual mostra a un tratto intempestiva gioia la frigia principessa?… E quei ch’esprime teneri sentimenti per il prence sarebber forse... ahimè… sentimenti d’amor, gioia di speme? Non m’inganno. Reciproco è l’amore. Troppo, Idamante, a scior quelle ritorte sollecito tu fosti… Ecco il delitto che in te punisce il ciel... Sì, sì, a Nettuno il figlio, il padre ed Ilia tre vittime saran su l’ara istessa, da egual dolor afflitte, una dal ferro e due dal duol trafitte. ARIA Fuor del mar ho un mar in seno, che del primo è più funesto, e Nettuno ancor in questo mai non cessa minacciar. Fiero Nume! Dimmi almeno: se al naufragio è sì vicino il mio cor, qual rio destino or gli vieta il naufragar? RECITATIVO Frettolosa e giuliva Elettra vien. S’ascolti.
6.
ATTO II, SCENA 6 RECITATIVO Vattene prence. Troppo t'arresti. Parti, e non dubbia fama, di mille eroiche imprese il tuo ritorno prevenga. Di regnare se l'arte apprender vuoi, ora incomincia a renderti de' miseri il sostegno, del padre e di te stesso ognor più degno. TERZETTO Vanne, sarai felice, Figlio! tua sorte è questa. Seconda i voti oh ciel! Addio! (Destin crudel!) (Oh figlio!) Deh cessi il scompiglio; del ciel la clemenza sua man porgerà. RECITATIVO Eccoti in me, barbaro Nume! il reo! Io solo errai, me sol punisci, e cada, cada sopra di me il tuo sdegno. La mia morte ti sazi alfin; ma se altra aver pretendi vittima al fallo mio, una innocente darti io non posso, e se pur tu la vuoi ... ingiusto sei, pretenderla non puoi.
7.
ATTO III, SCENA 3 RECITATIVO (Cieli! Che vedo!) (Io ben m'apposi al ver. Ah crudo fato!) Parla. Figlio: contro di me Nettuno irato gelommi il cor, ogni tua tenerezza l'affanno mio raddoppia, il tuo dolore tutto sul cor mi piomba, e rimirarti senza ribrezzo, orror non posso. Ah placarlo potessi senza di te! Parti, te lo commando, fuggi il paterno lido, e cerca altrove sicuro asilo. QUARTETTO Nettun spietato! Chi per pietà m'uccide? Ah il cor mi si divide! Soffrir più non si può. Peggio è di morte sì gran dolore. Più fiera sorte, pena maggiore nissun provò!
8.
ATTO III, SCENA 4 (Perduto è il figlio.) (Ahi troppo disperato è il caso!) intesi Arbace. Or vado ad ascoltarla.
9.
ATTO III, SCENA 6 Non più... sacro ministro; e voi popoli udite: la vittima è Idamante, e or vedrete, ah Numi! con qual ciglio? Svenar il genitor il proprio figlio.
10.
ATTO III, SCENA 7 Accogli, oh re del mar, i nostri voti, Placa lo sdegno tuo, il tuo rigor! Tornino a lor spelonche gl'Euri, e i Noti, Torni Zeffiro al mar, cessi il furor. Il pentimento, e il cor de' tuoi devoti Accetta, e a noi concedi il tuo favor! Qual risuona qui intorno Applauso di vittoria?
11.
ATTO III, SCENA 8 Ahimè! Nettuno di nuovo sdegno acceso sarà contro di noi... or or, Arbace, con tuo dolor vedrai, che Idamante trovò quel che cercava, e di morte egli stesso il trionfo sarà.
12.
ATTO III, SCENA 9 Oh figlio! oh caro figlio! Perdona; il crudo uffizio in me scelta non è, pena è del fato... Barbaro, iniquo fato! ... Ah no, non posso contro un figlio innocente alzar l'aspra bipenne... da ogni fibra già se'n fuggon le forze, e gl'occhi miei Ttorbida notte ingombra... oh figlio! ... Oh qual mi sento in ogni vena insolito vigor? Or risoluto io son... l'ultimo amplesso ricevi... e mori. Oh Dio! Addio.
13.
ATTO III, SCENA 10 La vittima io sveno, Che promisi a Nettuno. Oh ciel pietoso!
14.
SCENA ULTIMA 02:16
SCENA ULTIMA Popoli, a voi l'ultima legge impone Idomeneo, qual re. Pace v'annunzio, Compiuto è il sacrifizio, e sciolto il voto, Nettuno, e tutti Numi a questo regno Amici son. Resta, che al cenno loro Idomeneo ora ubbidisca. Oh quanto, Oh sommi Dei, quanto m'è grato il cenno! Eccovi un altro re, un altro me stesso: A Idamante mio figlio, al caro figlio Cedo il soglio di Creta, e tutto insieme Il sovrano poter. I suoi comandi Rispettate, eseguite ubbidienti, Come i miei eseguiste, e rispettaste; Onde grato io vi son: questa è la legge. Eccovi la real sposa. Mirate In questa bella coppia un don del cielo Serbato a voi. Quanto a sperar vi lice! Oh Creta fortunata! Oh me felice! ARIA Torna la pace al core, torna lo spento ardore; fiorisce in me l'età. Tal la stagion di Flora l'albero annoso infiora, nuovo vigor gli dà.

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released November 16, 2022

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ReadOpera Berlin, Germany

ReadOpera is the brainchild of Valentina Codognotto, an Italian native speaker, with twenty years’ experience of teaching Italian diction to opera singers.

As well as teaching at the Academy of Music in Berlin and Weimar, Valentina has worked as artistic language coach with international opera singers on CD and radio recordings and at opera productions.
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