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Idomeneo - Mozart

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1.
SCENA I Ilia Recitativo ILIA Quando avran fine omai L'aspre sventure mie? Ilia infelice! Di tempesta crudel misero avanzo, Del genitor, e de' germani priva Del barbaro nemico Misto col sangue il sangue Vittime generose, A qual sorte più rea Ti riserbano i Numi?... Pur vendicaste voi Di Priamo, e di Troia i danni, e l'onte? Perì la flotta Argiva, e Idomeneo Pasto forse sarà d'orca vorace... Ma che mi giova, oh ciel! se al primo aspetto Di quel prode Idamante, Che all'onde mi rapì, l'odio deposi, E pria fu schiavo il cor, che m'accorgessi D'essere prigioniera. Ah qual contrasto, oh Dio! d'opposti affetti Mi destate nel sen odio, ed amore! Vendetta deggio a chi mi diè la vita, Gratitudine a chi vita mi rende... Oh Ilia! oh genitor! oh prence! oh sorte! Oh vita sventurata! oh dolce morte! Ma che? m'ama Idamante?... ah no; l'ingrato Per Elettra sospira, e quell’ Elettra Meschina principessa esule d'Argo, D'Oreste alle sciagure a queste arene Fuggitiva, raminga, è mia rivale. Quanti mi siete intorno Carnefici spietati?... orsù sbranate Vendetta, gelosia, odio, ed amore, Sbranate sì quest'infelice core! Aria ILIA Padre, germani, addio! Voi foste, io vi perdei. Grecia, cagion tu sei. E un greco adorerò? D'ingrata al sangue mio So, che la colpa avrei; Ma quel sembiante, oh Dei! Odiare ancor non so. Recitativo ILIA Ecco Idamante, ahimè! Se'n vien : Misero core Tu palpiti, e paventi. Deli, cessate per poco, oh miei tormenti!
2.
SCENA 2 Idamante, Ilia IDAMANTE Radunate i Troiani, ite, e la corte sia pronta questo giorno a celebrar. Di dolce speme a un raggio scema il mio duol. Minerva della Grecia protettrice involò al furor dell'onde il padre mio. In mar di qui non lunge comparser le sue navi. Indaga Arbace il sito, che a noi toglie, l'angusto aspetto. ILIA Non temer: difesa da Minerva è la Grecia, e tutta ormai scoppiò sovra i Troian l'ira de' Numi. IDAMANTE Del fato de' Troian più non dolerti. Farà il figlio per lor quanto farebbe il genitor, e ogn'altro vincitor generoso. Ecco: abbian fine, Principessa, i lor guai: rendo lor libertade, e omai fra noi sol prigioniero fia, sol fin, che porte chi tua beltà legò care ritorte. ILIA Signor, che ascolto? Non saziaron ancora d'implacabili Dei l'odio, lo sdegno d'Ilio le gloriose or diroccate mura, ah non più mura, ma vasto, e piano suol? A eterno pianto dannate son le nostre egre pupille? IDAMANTE Venere noi punì, di noi trionfa. Quanto il mio genitor, alti rimembranza! Soffrì de' flutti in sen? Agamennone vittima in Argo al fin, a caro prezzo comprò que' suoi trofei, e non contenta di tante stragi ancor la Dea nemica, che fè? il mio cor trafisse, Ilia, co' tuoi bei lumi più possenti de' suoi, e in me vendica adesso i danni tuoi. ILIA Che dici? IDAMANTE Sì, di Citerea il figlio incogniti tormenti stillommi in petto. A te pianto, e scompiglio Marte portò, cercò vendetta amore in me de' mali tuoi, quei vaghi rai, que' tuoi vezzi adoprò... ma all'amor mio d'ira, e rossor tu avvampi? ILIA In questi accenti mal soffro un temerario ardir. Deh pensa, pensa Idamante, oh Dio! Il padre tuo qual è, qual era il mio. Aria IDAMANTE Non ho colpa, e mi condanni idol mio, perché t'adoro. Colpa è vostra, oh Dei tiranni, e di pena afflitto io moro d'un error, che mio non è. Se tu il brami, al tuo impero aprirommi questo seno. Ne' tuoi lumi il leggo, è vero, ma me 'l dica il labbro almeno, e non chiedo altra mercé. Recitativo ILIA Ecco il misero resto de' Troiani dal nemico furor salvi. IDAMANTE Or quei ceppi io romperò, vuo' consolarli adesso. da sé Ahi, perché tanto far non so a me stesso!
3.
SCENA 3 Idamante, Coro IDAMANTE Scingete le catene, ed oggi il mondo, oh fedele Sidon suddita nostra, vegga due gloriosi popoli in dolce nodo avvinti, e stretti di perfetta amistà. Elena armò la Grecia, e l'Asia, ed ora disarma, e riunisce, ed Asia, e Grecia eroina novella, Principessa più amabile, e più bella. CORO DEI TROIANI E CRETESI Godiam la pace, trionfi amore; ora ogni core giubilerà. DUE CRETESI Grazie a chi estinse face di guerra; or si la terra riposo avrà. TUTTI Godiam la pace, ecc. DUE TROIANI A voi dobbiamo, pietosi Numi, e a quei bei lumi la libertà.
4.
SCENA 4 Elettra, Idamante ELETTRA Prence, signor, tutta la Grecia oltraggi: tu proteggi il nemico. IDAMANTE Veder basti alla Grecia vinto il nemico. Opra di me più degna a mirar s’apparecchi, o principessa: vegga il vinto felice.
5.
SCENA 5 Idamante, Arbace, Ilia Recitativo IDAMANTE Ma quel pianto che annunzia? ARBACE Mio signore, de' mali il più terribil... IDAMANTE Più non vive il genitor? ARBACE Non vive: quel, che Marte far non poté fin or, fece Nettuno, l'inesorabil Nume, e degl'eroi il più degno, ora il riseppi, presso a straniera sponda affogato morì! IDAMANTE Ilia, de'viventi eccoti il più meschin. Or sì dal cielo soddisfatta sarai... barbaro fato! Corrasi al lido... ahimè! son disperato! ILIA Dell’ Asia i danni ancora troppo risento, e pur d'un grand'eroe al nome, al caso, il cor parmi commosso. e negargli i sospir, ah no, non posso.
6.
SCENA 5 Elettra Recitativo ELETTRA Estinto è Idomeneo?… Tutto a’ miei danni, tutto congiura il ciel. Può a suo talento Idamante disporre d’un impero e del cor, e a me non resta ombra di speme?… A mio dispetto, ahi lassa! vedrò, vedrà la Grecia a suo gran scorno una schiava troiana di quel soglio e del talamo a parte… Invano, Elettra, ami l’ingrato… E soffre una figlia d’un re, ch’ha re vassalli, ch’una vil schiava aspiri al grand’acquisto?… Oh sdegno, oh smanie, oh duol!… Più non resisto. Aria Tutte nel cor vi sento, furie del crudo averno, lunge a sì gran tormento amor, mercé, pietà. Chi mi rubò quel core, quel che tradito ha il mio, provin dal mio furore vendetta e crudeltà.
7.
SCENA 7 Coro Pietà, numi, pietà! Aiuto, o giusti numi! A noi volgete i lumi… Pietà, numi, pietà! Il ciel, il mare, il vento ci opprimon di spavento… Pietà, numi, pietà! In braccio a cruda morte ci spinge l’empia sorte…
8.
SCENA 9 Idomeneo Recitativo Tranquillo è il mar, aura soave spira di dolce calma, e le cerulee sponde il biondo dio indora, ovunque io miro, tutto di pace in sen riposa, e gode. Io sol, io sol su queste aride spiagge d'affanno e da disagio estenuato quella calma, oh Nettuno, in me non provo, che al tuo regno impetrai. Oh voto insano, atroce! giuramento crudel! ah qual de' numi mi serba ancor in vita, oh qual di voi mi porge almen aita? Aria Vedrommi intorno l'ombra dolente, che notte e giorno: sono innocente m'accennerà. Nel sen trafitto nel corpo esangue il mio delitto, lo sparso sangue m'additerà. Qual spavento, qual dolore! Di tormento questo core quante volte morirà!
9.
SCENA 10 Idamante, Idomeneo Recitativo IDAMANTE Spiagge romite, e voi scoscese rupi testimoni al mio duol siate, e cortesi di questo vostro albergo a un agitato cor... quanto spiegate di mia sorte il rigor solinghi orrori!... Vedo fra quegl'avanzi di fracassate navi su quel lido sconosciuto guerrier... voglio ascoltarlo, vuo' confortarlo, e voglio in letizia cangiar quel suo cordoglio. Sgombra, o guerrier, qual tu ti sia, il timore; eccoti pronto a tuo soccorso quello, che in questo clima offrir te'l può. IDOMENEO Più il guardo, più mi strugge il dolor. De' giorni miei il resto a te dovrò. Tu quale avrai premio da me? IDAMANTE Premio al mio cor sarà l'esser pago d'averti sollevato; difeso: ahi troppo, amico, dalle miserie mie instrutto io fui a ititenerirmi alle miserie altrui. IDOMENEO Qual voce, qual pietà il mio sen trafigge! Misero tu? che dici? ti son conte le tue sventure appien? IDAMANTE Dell'amor mio, cielo! il più caro oggetto, in quelli abissi spinto giace l'eroe Idomeneo estinto. Ma tu sospiri, e piangi? t'è noto Idomeneo. IDOMENEO Uom più di questo deplorabil non v'è, non v'è chi plachi il fato suo austero. IDAMANTE Che favelli? Vive egli ancor? Oh Dei, torno a sperar. Ah dimmi amico, dimmi, dov'è? dove quel dolce aspetto vita mi renderà? IDOMENEO Ma d'onde nasce questa, che per lui nutri tenerezza d'amor? IDAMANTE Ah, ch'egli è il padre... IDOMENEO Oh Dio! Parla: di chi è egli padre? IDAMANTE È il padre mio. IDOMENEO Spietatissimi Dei! IDAMANTE Meco compiangi dei padre mio il destin? IDOMENEO Ah figlio! ... IDAMANTE Ah padre!... ah Numi! Dove son io?... oh qual trasporto!... Soffri, genitor adorato, che al tuo seno... Vuole abbracciarlo e che un amplesso... Il padre si ritira turbato ahimè! perché ti sdegni? Disperato mi fuggi?... ah dove, ah dove? IDOMENEO Non mi seguir, te 'l vieto: meglio per te saria il non avermi veduto or qui. Paventa il rivedermi. IDAMANTE Ah qual gelido orror m'ingombra i sensi! Lo vedo appena, il riconosco, e a miei teneri' accenti in un balen s'invola. Misero! in che l'offesi, e come mai quel sdegno io meritai, quelle minaccie? Vuo’ seguirlo, e veder, oh sorte dura! qual mi sovrasti ancor più rea sventura. Aria IDAMANTE Il padre adorato ritrovo, e lo perdo, mi fugge sdegnato fremendo d'orror. Morire credei di gioia, e d'amore. Or, barbari Dei, m'uccide il doler.
10.
INTERMEZZO 02:58
INTERMEZZO TUTTI Nettuno s'onori, Quel nome risuoni, Quel Nume s'adori Sovrano del mar; Con danze e con suoni Convien festeggiar. PARTE DEL CORO Dal lunge ci mira Di Giove l'ira, E in un baleno Va all'Eghe in seno, Da regal sede Tosto provvede, Fa i generosi Destrier squammosi Ratto accoppiar. Dall'onde fuore Suonan sonore Tritoni araldi Robusti, e baldi Buccine intorno. Gia riede il giorno, Che il gran tridente Il mar furente Seppe domar. PARTE DEL CORO Su conca d'oro Regio decoro Spira Nettuno. Scherza Portuno Ancor bambino Col suo delfino, Con Anfitrite. Or noi di Dite Fe' trionfar. Nereide amabili, Ninfe adorabili, Che alla gran Dea Con Galatea Corteggio fate, Deh ringraziate Per noi quei Numi, Che i nostri lumi Fero asciugar. Or suonin le trombe, Solenne ecatombe Andiam preparar.
11.
SCENA 1 Arbace, Idomeneo Recitativo ARBACE Tutto m'è noto. IDOMENEO Gonfio di tante imprese al varco al fin m'attese il fier Nettuno … ARBACE E so, che a' danni tuoi ad Eolo unito, e a Giove il suo regno sconvolse... IDOMENEO Sì, che m'estorse in voto umana vittima. ARBACE Di chi? IDOMENEO Del primo, che sulla spiaggia incauto a me s'appressi. ARBACE Or dimmi: chi primo tu incontrasti? IDOMENEO Inorridisci: il mio figlio... ARBACE Idamante... io vengo meno... IDOMENEO Dammi Arbace il consiglio, salvami per pietà, salvami il figlio. ARBACE Pensa, poi risolve trovisi in altro clima altro soggiorno. Purché al popol si celi. Per altra via intanto Nettun si placherà, qualche altro Nume di lui cura n'avrà. IDOMENEO Ben dici, è vero... Vede venire Ilia Ilia s'apressa, ahimè!... In Argo ci vada, e sul paterno soglio rimetta Elettra... or vanne a lei, e al figlio, fa che sian pronti; il tutto sollecito disponi. Custodisci l'arcano. A te mi fido, a te dovranno, oh caro, oh fido Arbace, la vita il figlio, e il genitor la pace.
12.
SCENA 2 Idomeneo, Ilia Recitativo ILIA Se mai pomposo apparse su l'Argivo orizzonte il Dio di Delo, eccolo in questo giorno, oh sire, in cui l'augusta tua presenza i tuoi diletti sudditi torna in vita, e lor pupille, che ti piansero estinto, or rasserena. IDOMENEO Principessa gentil, il bel sereno anche alle tue pupille omai ritorni. Il lungo duol dilegua. Di me, de' miei tesori Ilia, disponi, e mia cura sarà dartene chiare prove dell'amicizia mia. ILIA Son certa, e un dubbio in me colpa sarìa Aria ILIA Se il padre perdei, la patria, il riposo, tu padre mi sei, soggiorno amoroso è Creta per me. Or più non rammento le angoscie, gli affanni, or gioia, e contento, compenso a miei danni il cielo mi diè.
13.
SCENA 3 Idomeneo Recitativo IDOMENEO Qual mi conturba i sensi equivoca favella? ... ne' suoi casi qual mostra a un tratto intempestiva gioia la Frigia principessa?... E quei, ch'esprime teneri sentimenti per il prence, sarebber forse... ahimè! Sentimenti d'amor, gioia di speme? Non m'inganno. Reciproco è l'amore. Troppo, Idamante, a scior quelle ritorte sollecito tu fosti... ecco il delitto, che in te punisce il ciel... Sì, sì, a Nettuno il figlio, il padre, ed Ilia, tre vittime saran su l'ara istessa da egual dolor afflitte, una dal ferro, e due dal duol trafitte. Aria Fuor del mar ho un mare in seno, che dei primo è più funesto, e Nettuno ancora in questo mai non cessa minacciar. Fiero Nume! dimmi almeno: se al naufragio è sì vicino il mio cor, qual rio destino or gli vieta il naufragar?
14.
SCENA 4 Elettra ELETTRA Chi mai del mio provò piacer più dolce? Parto, e l'unico oggetto, che amo, ed adoro, oh Dei, meco se'n vien? Ah troppo troppo angusto è il mio cor a tanta gioia! Lunge dalla rivale farò ben io con vezzi, e con lusinghe, che quel fuoco, che pria spegnere non potei, a quei lumi s'estingua, e avvampi ai miei. Aria Idol mio, se ritroso altra amante a me ti rende, non m'offende rigoroso, più m'alletta austero amor. Scaccierà vicino ardore dal tuo sen l'ardor lontano; più la mano può d'amore, s'è vicin l'amante cor. Recitativo Odo da lunge armonioso suono, che mi chiama all'imbarco, orsù si vada.
15.
SCENA 5 Elettra, Coro Recitativo ELETTRA Sidome sponde! o voi per me di pianto, e duol, d'amor nemico crudo ricetto, or, ch'astro più clemente a voi mi togiie, io vi perdono, e in pace al lieto partir mio al fin vi lascio, e dò l'estremo addio! Coro CORO Placido è il mar, andiamo; tutto ci rassicura. Felice avrem ventura, su su, partiamo or or. ELETTRA Soavi zeffiri soli spirate, deI freddo borea l'ira calmate. D'aura piacevole cortesi siate, se da voi spargesi per tutto amor.
16.
SCENA 6 Idomeneo, Idamante, Elettra, Ilia Recitativo IDOMENEO Vattene, prence. IDAMANTE Oh ciel! IDOMENEO Troppo t'arresti. Parti, e non dubbia fama di mille eroiche imprese il tuo ritorno prevenga. Di regnare se l'arte apprender vuoi, ora incomincia a renderti de' miseri il sostegno, del padre, e di te stesso ognor più degno. Terzetto IDAMANTE Pria di partir, oh Dio! Soffri, che un bacio imprima sulla paterna man. ELETTRA Soffri, che un grato addio sul labbro il cor esprima: addio degno sovran! IDOMENEO Vanne, sarai felice figlio! tua sorte è questa. Seconda i voti, o ciel! ELETTRA Quanto sperar mi lice! IDAMANTE Vado… (e il mio cor qui resta.) TUTTI Addio! IDOMENEO, IDAMANTE Destin crudel! IDAMANTE Oh Ilia! IDOMENEO Oh figlio! IDAMANTE Oh padre! oh partenza! ELETTRA Oh Dei! che sarà? TUTTI Deli cessi il scompiglio; del ciel la clemenza sua man porgerà. Coro CORO Qual nuovo terrore! Qual rauco muggito! De' Numi il furore Ha il mare infierito. Nettuno, mercé! Qual odio, qual ira Nettuno ci mostra! Se il cielo s'adira, Qual colpa è la nostra? Il reo qual è? Recitatívo IDOMENEO Eccoti in me, barbaro Nume! il reo! lo solo errai, me sol punisci, e cada sopra di me il tuo sdegno. La mia morte ti sazi al fin; ma s'altra aver pretendi vittima al fallo mio, una innocente darti io non posso, e se pur tu la vuoi, ingiusto sei, pretenderla non puoi. CORO Corriamo, fuggiamo quel mostro spietato. Ah preda già siamo! Chi, perfido fato! Più crudo è di te?
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SCENA 1 Ilia Recitativo ILIA Solitudini amiche, aure amorose, piante fiorite, e fiori vaghi! Udite d'una infelice amante i lamenti, che a voi lassa confido. Quanto il tacer presso al mio vincitore, quanto il finger ti costa afflitto core! Aria Zeffiretti lusinghieri, deh volate al mio tesoro: e gli dite, ch'io l'adoro, che mi serbi il cor fedel. E voi piante, e fior sinceri, che ora innaffia il pianto amaro, dite a lui, che amor più raro mai vedeste sotto al ciel. Recitativo Ei stesso vien … oh Dei! … mi spiego, o taccio?… Resto? …parto? … o m'ascondo? Ah risolver non posso, ah mi confondo!
18.
SCENA 2 Idamante, Ilia Recitativo IDAMANTE Principessa, a' tuoi sguardi se offrirmi ardisco ancor, più non mi guida un temerario affetto; altro or non cerco, che appagarti, e morir. ILIA Morir? tu, prence? IDAMANTE Più teco io resto, più di te m'accendo, e s'aggrava mia colpa, a che il castigo più a lungo differir? ILIA Ma qual cagione morte a cercar t'induce? IDAMANTE Il genitore pien di smania, e furore torvo mi guarda, e fugge, e il motivo mi cela. Da tue catene avvinto, il tuo rigore a nuovi guai m'espone. Un fiero mostro fa dapertutto orrida strage. Or questo a combatter si vada, e vincerlo si tenti, o finisca la morte i miei tormenti. ILIA Calma, o prence, un trasporto sì funesto; rammenta, che tu sei d'un grand'impero l'unica speme. IDAMANTE Privo del tuo amore, privo, Ilia, di te, nulla mi cale. ILIA Misera me!... deli serba i giorni tuoi, IDAMANTE Il mio fato crudel seguir degg'io. ILIA Vivi. Ilia te 'l chiede. IDAMANTE Oh Dei! che ascolto? Principessa adorata!... ILIA Il cor turbato a te mal custodì la debolezza mia. Pur troppo amore, e tema indivisi ho nel sen. IDAMANTE Odo? o sol quel, che brama finge l'udito, o pure il grand'ardore m'agita i sensi, e il cor lusinga oppresso un dolce sogno? ILIA Ah! perché pria non arsi, che scoprir la mia fiamma? Mille io sento rimorsi all'alma! li sacro mio dovere, la mia gloria, la patria, il sangue de' miei ancor fumante, oh quanto al core rimproverano il mio ribelle amore! Ma al fin, che fo? ‑ Già che in periglio estremo ti vedo, oh caro, e trarti sola io posso, odimi, io te 'l ridico: t'amo, t'adoro, e se morir tu vuoi, pria, che m'uccida il duol morir non puoi. Duetto IDAMANTE S'io non moro a questi accenti, non è ver, che amor uccida, che la gioia opprima un cor. ILIA Non più duol, non più lamenti; io ti son costante e fida, tu sei il solo mio tesor. IDAMANTE Tu sarai... ILIA Qual tu mi vuoi. IDAMANTE La mia sposa... ILIA Lo sposo mio sarai tu? IDAMANTE, ILIA Lo dica amor. Ah! il gioir sorpassa in noi il sofferto affanno rio, tutto vince il nostro ardor!
19.
SCENA 3 Idomeneo, Ilia, Idamante, Elettra Recitativo IDOMENEO (Cieli! Che vedo?) ILIA Ah siam scoperti, o caro. IDAMANTE Non temer, idol mio. ELETTRA (Ecco l’ingrato.) IDOMENEO (Io ben m’apposi al ver. Ah crudo fato!) IDAMANTE Signor, già più non oso padre chiamarti: a un suddito infelice deh questa almen concedi unica grazia. IDOMENEO Parla. ELETTRA (Che dirà?) IDOMENEO Figlio, contro di me Nettuno irato gelommi il cor. Ogni tua tenerezza l’affanno mio raddoppia, il tuo dolore tutto sul cor mi piomba, e rimirarti senza ribrezzo e orror non posso. ILIA O Dio IDAMANTE Forse per colpa mia Nettun sdegnossi? Ma la colpa qual è? IDOMENEO Ah placarlo potessi Senza di te! ELETTRA Potessi i torti miei Or vendicar! IDOMENEO Parti, te lo comando, fuggi il paterno lido, e cerca altrove sicuro asilo. ILIA Ahimè! Pietosa principessa, ah mi conforta! ELETTRA Ch'io ti conforti? e come? Ancor m'insulta l'indegna. IDAMANTE Dunque io me n'andrò... ma dove? Oh Ilia!... oh genitor! ILIA O seguirti, o morir, mio ben, vogl’io. IDAMANTE Deh resta, oh cara, e vivi in pace. Addio! Quartetto IDAMANTE Andrò rammingo, e solo morte cercando altrove fin che la incontrerò. ILIA M'avrai compagna al duolo, dove sarai, e dove tu moia, io morirò. IDAMANTE Ah no! IDOMENEO Nettun spietato! Chi per pietà m'uccide? ELETTRA Quando vendetta avrò? IDAMANTE, ILIA Serena il ciglio irato. IDOMENEO, IDAMANTE, ILIA Ah il cor mi si divide! TUTTI Soffrir più non si può. Peggio è di morte sì gran dolore: più fiera sorte, pena maggiore nissun provò.
20.
SCENA 4 Arbace, Ilia, Idomeneo, Elettra Recitativo ARBACE Sire, alla reggia tua immensa turba Di popolo affollato ad alta voce Parlarti chiede. ILIA A qualche nuovo affanno Preparati mio cor. IDOMENEO Perduto è il figlio, ARBACE Del Dio de' mari il sommo sacerdote Io guida. IDOMENEO Ahi troppo disperato è il caso!... a Arbace Intesi, Arbace. ELETTRA Qual nuovo disastro? ILIA Il Popol sollevato... IDOMENEO Or vado ad ascoltarla. ELETTRA Ti seguirò! ILIA Voglio seguirti anch'io.
21.
SCENA 5 Arbace Recitativo Sventurata Sidon! In te quai miro di morte, stragi e orror lugubri aspetti? Ah Sidon più non sei, sei la città del pianto, e questa reggia quella del duol. Dunque è per noi dal cielo sbandita ogni pietà?… Chi sa?… Io spero ancora che qualche nume amico si plachi a tanto sangue: un nume solo basta tutti a piegar… alla clemenza il rigor cederà… ma ancor non scorgo qual ci miri pietoso… Ah sordo è il cielo! Ah Creta tutta io vedo finir sua gloria sotto alte rovine! No, sue miserie pria non avran fine. Aria Se colà ne’ fati è scritto, Creta, oh dèi! s’è rea, or cada. Paghi il fio del suo delitto; ma salvate il prence, il re. Deh d’un sol vi plachi il sangue! Ecco il mio, se il mio v’aggrada, e il bel regno che già langue, giusti dèi! abbia mercé.
22.
SCENA 6 Gran Sacerdote, Idomeneo, Popolo Recitativo GRAN SACERDOTE Volgi intorno lo sguardo, oh sire, e vedi qual strage orrenda nel tuo nobil regno fa il crudo mostro. Ah mira allagate di sangue quelle pubbliche vie; ad ogni passo vedrai chi geme, e l'alma gonfia d'atro velen dal corpo esala. Mille, e mille in quell'ampio, e sozzo ventre pria sepolti, che morti perire io stesso vidi. Sempre di sangue lorde son quelle fauci, e son sempre più ingorde. Da Te solo dipende Il ripiego, da morte trar tu puoi Il resto del tuo popolo, ch'esclama Sbigottito, e da te l'aiuto implora, E indugi ancor?... Al tempio, sire, al tempio! Qual è, dov'è la vittima?... a Nettuno Rendi quello ch'è suo... IDOMENEO Non più. Sacro ministro, E voi popoli, udite: La vittima è Idamante, e or or vedrete, Ah Numi! con qual ciglio? Svenar il genitor il proprio figlio. POPOLO Oh voto tremendo! Spettacolo orrendo! Già regna la morte, D'abisso le porte Spalanca crudel. GRAN SACERDOTE Oh cielo clemente! Il figlio è innocente, Il voto è inumano; Arresta la mano Del padre fedel.
23.
SCENA 7 Idomeneo, Sacerdoti IDOMENEO Accogli, oh re del mar, i nostri voti, Placa lo sdegno tuo, il tuo rigor! SACERDOTI Accogli, oh re dei mar, i nostri voti, Placa lo sdegno tuo, il tuo rigor! IDOMENEO Tornino a lor spelonche gl'Euri, e i Noti, Torni Zeffiro al mar, cessi il furor. Il pentimento, e il cor de' tuoi devoti Accetta, e a noi concedi il tuo favor! SACERDOTI Accogli, oh re del mar, ecc. CORO Stupenda vittoria! Eterna è tua gloria; Trionfa oh signor! Recitativo IDOMENEO Qual risuona qui intorno Applauso di vittoria?
24.
SCENA 8 Arbace, Idomeneo ARBACE Sire, il prence, Idamante l'eroe, di morte in traccia disperato correndo il trionfo trovò. Su l'empio mostro scagliossi furibondo, il vinse, e uccise. Eccoci salvi al fin. IDOMENEO Ahimè! Nettuno di nuovo sdegno acceso sarà contro di noi... or or, Arbace, con tuo dolor vedrai, che Idamante trovò quel che cercava, e di morte egli stesso il trionfo sarà. ARBACE Che vedo?... oh Numi!
25.
SCENA 9 Idamante, Idomeneo Recitativo IDAMANTE Padre, mio caro padre, ah dolce nome! Eccomi a piedi tuoi; in questo estremo periodo fatal, su questa destra, che il varco al sangue tuo nelle mie vene aprir dovrà, gl'ultimi baci accetta. Ora comprendo, che il tuo turbamento sdegno non era già, ma amor paterno. Oh mille volte, e mille fortunato Idamante, se chi vita ti dié vita ti toglie, e togliendola a te la rende al cielo, e dal cielo la sua in cambio impetra, ed impetra costante a' suoi la pace, e de' Numi l'amor sacro, e verace! IDOMENEO Oh figlio! oh caro figlio! Perdona; il crudo uffizio in me scelta non è, pena è del fato... barbaro, iniquo fato! ... Ah no, non posso contro un figlio innocente alzar l'aspra bipenne... da ogni fibra già se'n fuggon le forze, e gl'occhi miei torbida notte ingombra... oh figlio! ... IDAMANTE Oh padre! Ah non t'arresti inutile pietà, né vana ti lusinghi tenerezza d'amor. Deh vibra un colpo, che ambi tolga d'affanno. IDOMENEO Ah che natura mel contrasta e ripugna. IDAMANTE Ceda natura al suo autor: di Giove questo è l’alto voler. Rammenta il tuo dover. Se un figlio perdi, cento avrai numi amici. Figli tuoi i tuoi popoli sono. Ma se in mia vece brami chi t’ubbidisca ed ami, chi ti sia accanto e di tue cure il peso teco ne porti, Ilia ti raccomando. Deh un figlio tu esaudisci che moribondo supplica e consiglia: s’ella sposa non m’è, deh siati figlia. Aria IDAMANTE No, la morte io non pavento, se alla patria, al genitore frutta, o numi, il vostro amore e di pace il bel seren. Agli Elisi andrò contento, e riposo avrà quest’alma, se in lasciare la mia salma vita e pace avrà il mio ben. Recitativo IDAMANTE Ma che più tardi? Eccomi pronto, adempi il sacrifizio, il voto. IDOMENEO Oh qual mi sento in ogni vena insolito vigor? Or risoluto io son... l'ultimo amplesso ricevi... e mori. IDAMANTE, IDOMENEO Oh Dio!... IDAMANTE Oh Ilia... ahimè! Vivi felice, IDAMANTE, IDOMENEO Addio.
26.
SCENA 10 Ilia, Idomeneo, Idamante, Gran Sacerdote, La Voce, Elettra Recitativo ILIA Ferma, oh sire, che fai? IDOMENEO La vittima io sveno, Che promisi a Nettuno. IDAMANTE Ilia, t'accheta... GRAN SACERDOTE Deh non turbar il sacrifizio... ILIA In vano quella scure altro petto tenta ferir. Eccoti, sire, il mio, la vittima io son. ELETTRA (Oh qual contrasto!) ILIA Innocente è Idamante, è figlio tuo, e del regno è la speme. Tiranni i dèi non son, fallaci siete interpreti voi tutti del divino voler. Vuol sgombra il cielo de’ nemici la Grecia, e non de’ figli. Benché innocente anch’io, benché ora amica, di Priamo son figlia e frigia io nacqui, per natura nemica al greco nome. Orsù, mi svena. IDAMANTE Ah troppo, Ilia, sei generosa! Vittima sì preziosa il genitore non promise a Nettun, me scelse il fato; la frigia in te ancor vive: chi sa a qual fine il ciel ti serba in vita e della Grecia in sen?… ILIA Invan m’alletti. IDAMANTE Invan morir presumi. IDOMENEO Ah ch’io son fuor di me. Soccorso, o numi! ARBACE Oh ciel! Che fia?… Mi scoppia il cor… ELETTRA (In petto quai moti ardenti io sento di rabbia e di furor!) GRAN SACERDOTE Sire, risolvi omai… IDOMENEO Ma quella tu non sei… ILIA Sempre più grata è ai Dei vittima volontaria. IDAMANTE Idolo mio! deb dammi Del tuo amore l'ultimo pegno. ILIA Ecco il mio sangue. IDAMANTE Ah no, la gloria in pace lasciami di morir per la mia patria. ILIA A me s'aspetta... IDAMANTE Oh Dio! ILIA Gratitudine è in me, IDAMANTE In me è dover. ILIA Ma ti dispensa amor. Nettun! Eccoti il mio. IDAMANTE O vivi e parti, o insiem noi moriremo. ILIA No, sola io vuo' varcare il guado estremo. A te, sacro ministro … LA VOCE Ha vinto Amore... Idomeneo cessi esser re... lo sia Idamante... ed Ilia a lui sia sposa, e fia pago Nettuno, contento il ciel, premiata l'innocenza. Recitativo IDOMENEO Oh ciel pietoso!... IDAMANTE Ilia... ILIA Idamante, udisti? ARBACE Oh gioia! oh amor, oh Numi! ELETTRA Oh smania! oh furie... Oh disperata Elettra! Addio, amor, addio, speme! Ah il cor nel seno già m’ardono l’Eumenidi spietate. Misera, a che m’arresto? Sarò in queste contrade della gioia e trionfi spettatrice dolente? Vedrò Idamante alla rivale in braccio, e dall’uno e dall’altra mostrarmi a dito?… Ah no, il germano Oreste ne’ cupi abissi io vuo’ seguir. Ombra infelice! Lo spirto mio accogli: or or compagna m’avrai là nell’inferno a’ sempiterni guai, al pianto eterno. Aria ELETTRA D'Oreste, d'Aiace ho in seno i tormenti, d'Aletto la face già morte mi dà. Squarciatemi il cuore ceraste, serpenti, o un ferro il dolore in me finirà.
27.
SCENA ULTIMA 02:35
SCENA ULTIMA Idomeneo, Coro Recitativo IDOMENEO Popoli, a voi l'ultima legge impone Idomeneo, qual re. Pace v'annunzio, compiuto è il sacrifizio, e sciolto il voto, Nettuno, e tutti Numi a questo regno amici son. Resta, che al cenno loro Idomeneo ora ubbidisca. Oh quanto, oh sommi Dei, quanto m'è grato il cenno! Eccovi un altro re, un altro me stesso: a Idamante mio figlio, al caro figlio cedo il soglio di Creta, e tutto insieme il sovrano poter. I suoi comandi rispettate, eseguite ubbidienti, come i miei eseguiste, e rispettaste; onde grato io vi son: questa è la legge. Eccovi la real sposa. Mirate in questa bella coppia un don del cielo serbato a voi. Quanto a sperar vi lice! Oh Creta fortunata! Oh me felice! Aria IDOMENEO Torna la pace al core, torna lo spento ardore; fiorisce in me l'età. Tal la stagion di Flora l'albero annoso infiora, nuovo vigor gli dà. Coro CORO Scenda Amor, scenda Imeneo, e Giunone ai regi sposi, d'alma pace omai li posi la Dea pronuba nel sen.

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released November 15, 2022

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ReadOpera is the brainchild of Valentina Codognotto, an Italian native speaker, with twenty years’ experience of teaching Italian diction to opera singers.

As well as teaching at the Academy of Music in Berlin and Weimar, Valentina has worked as artistic language coach with international opera singers on CD and radio recordings and at opera productions.
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